Il Centro Studi per la storia della RSI a Modena

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

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Il Notiziario del Centro Studi - Numero di Prova -  La Scheda di Adesione al Centro

CENTRO STUDI PER LA STORIA DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA IN PROVINCIA DI MODENA

Per non dimenticare!

Abbiamo condotto l'operazione di trasferimento in pagine elettroniche delle circa 700 pagine cartacee di cui è composto il libro sulla storia della Guerra Civile in Provincia di Modena che intendiamo dare alle alle stampe se si riuscirà a reperire i fondi.

NEL SITO SUL QUALE  CI TROVIAMO, ABBIAMO  INSERITO ANCHE PAGINE RELATIVE AL PERIODO DAL DOPOGUERRA AD OGGI CON LA SPERANZA DI TROVARE COLLABORATORI  DISPOSTI AD INVIARCI ARTICOLI, NOTIZIE, FOTOGRAFIE E DISEGNI  RELATIVI AL PERIODO DI TEMPO CHE VA' DALLA GUERRA CIVILE SINO AD OGGI ED IN PARTOCLARE RIFERENTESI AL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI MODENA 

E' stato preparato anche un CD Rom che non è in vendita e che viene consegnato a coloro che attraverso un contributo volontario vorranno sostenere questa iniziativa, esso contiene tutti i capitoli del libro sulla Guerra Civile, contrariamente al sito che non può supportarlo tutto, oltre a moltissime fotografie e canzoni dell'epoca.

Nel nostro territorio è impossibile, almeno sino ad oggi, anno 2002, trovare editori disposti a dare alle stampe un titolo che, malgrado la sete di verità, il tempo passato e la moda di un certo tipo di revisionismo storiografico,  resta estremamente difficile sul nostro territorio dominato, e in modo prepotente, dal potere rosso dei comunisti di sempre.

 

Perchè il Centro Studi sulla storia della RSI in Provincia di Modena

Gli uomini che hanno vissuto quel periodo, i figli e i nipoti non possono lasciar trascorrere il tempo e far si che la memoria storica venga totalmente cancellata da coloro che a Modena hanno dominato e tenuto in mano il potere, dal 45 sino ad oggi, in modo arrogante e di marca totalitaria tipica del vecchio stalinismo. Il quale è crollato miseramente in Russia (il cosidetto "paradiso sovietico") ed  esporta ora le sue donne nel mondo occidentale a prostituirsi e gli uomini a farsi schiavizzare sulla propria terra da quel capitalismo che dicevano di voler combattere ma del quale sono stati solamente i servi.  

Gli uomini che si schierarono con i vincitori della seconda guerra mondiale e quelli che caddero sacrificati nel tragico crogiuolo della Guerra Civile in Italia, vengono continuamente ricordati ancor oggi. Gli sconfitti,  che pur sempre combatterono lealmente e coraggiosamente per tener lontana la piovra moscovita del comunismo internazionale dalle nostre terre, sono stati completamente dimenticati o dir poco demonizzati e si cerca di rimuoverli completamente dalla memoria storica dei modenesi.

Questa operazione tende, fuori dagli schemi fissati dalla storiografia resistenziale, ricordare anche gli sconfitti

 

IL PROGRAMMA DEL CENTRO STUDI

* Elaborazione dello Statuto dell'Associazione

* Convocazione degli aderenti e nomina del Presidente e del Consiglio Direttivo

* Quota associativa - Sede idonea

* Costituzione della Biblioteca del Centro Studi per la Storia della RSI in Provincia di Modena

* Conferenze e dibattiti

* Rapporti con gli Istituti Italiani che curano l'argomento RSI

* Ricerca e custodia di cimeli e testimonianze 

* Pubblicazione notiziario ed altri sussidi didattici: videocassette, Cd rom, sito internet

* Viaggi nei luoghi della memoria storica della RSi e del periodo bellico.

* Tutti possono aderire al centro Studi, non vi sono preclusioni di sorta, tanto meno siamo legati a partiti politici 

* Chiediamo solamente Onestà e desiderio di conoscere la verità storica.

 

Aderisci al Centro Studi per la Repubblica Sociale Italiana di Modena

 

E mail: emmero@katamail.com

            civileguerra@virgilio.it

            fratricidio@virgilio.it

 

 

 

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Il Notiziario del Centro Studi - Numero di prova -      La Scheda di Adesione al Centro 

                                        Sito Web:  http://xoomer.virgilio.it/fratricidio

 
 

 

 

 

 

 

Perchè il Centro Studi sulla storia della RSI in Provincia di Modena

Gli uomini che hanno vissuto quel periodo, i figli e i nipoti non possono lasciar trascorrere il tempo e far si che la memoria storica venga totalmente cancellata da coloro che a Modena hanno dominato e tenuto in mano il potere, dal 45 sino ad oggi, in modo arrogante e di marca totalitaria tipica del vecchio stalinismo. Il quale è crollato miseramente in Russia (il cosidetto "paradiso sovietico") ed  esporta ora le sue donne nel mondo occidentale a prostituirsi e gli uomini a farsi schiavizzare sulla propria terra da quel capitalismo che dicevano di voler combattere ma del quale sono stati solamente i servi.  Gli uomini che si schierarono con i vincitori della seconda guerra mondiale e quelli che caddero sacrificati nel tragico crogiuolo della Guerra Civile in Italia, vengono continuamente ricordati ancor oggi. Gli sconfitti,  che pur sempre combatterono lealmente e coraggiosamente per tener lontana la piovra moscovita del comunismo internazionale dalle nostre terre, sono stati completamente dimenticati o dir poco demonizzati e si cerca di rimuoverli completamente dalla memoria storica dei modenesi. Questa operazione tende, fuori dagli schemi fissati dalla storiografia resistenziale, ricordare anche gli sconfitti

 

 

 (continua a pag. 2)

 

 
                                               

  IL PROGRAMMA DEL CENTRO STUDI   

* Elaborazione dello Statuto dell'Associazione

* Convocazione degli aderenti e nomina del Presidente e del Consiglio Direttivo

* Quota associativa - Sede idonea

* Costituzione della Biblioteca del Centro Studi per la Storia della RSI in Provincia di Modena

* Conferenze e dibattiti

* Rapporti con gli Istituti Italiani che curano l'argomento RSI

 

 

 

* Ricerca e custodia di cimeli e testimonianze 

* Pubblicazione notiziario ed altri sussidi didattici: videocassette, Cd rom, sito internet

* Viaggi nei luoghi della memoria storica della RSi e del periodo bellico.

* Tutti possono aderire al centro Studi, non vi sono preclusioni di sorta, tanto meno siamo legati a partiti politici 

* Chiediamo solamente Onestà e desiderio di conoscere la verità storica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Lamberto Bertacca: morire a 16 anni

                                      

                                 

 

Lamberto Bertacca anni 16

ucciso a Soliera assieme ad altri 7 camerati

VENERDI 15 SETTEMBRE 1944

 E' il tardo pomeriggio di una bella giornata settembrina; un camioncino che trasportava un gruppo di militi della GNR e della Brigata Nera, viene improvvisamente bloccato da un gruppo di partigiani in una strada di campagna nei pressi di Limidi di Soliera. Dopo una breve sparatoria i militi sono costretti alla resa dalle preponderanti ed armatissime forze partigiane che, immediatamente procedono ad un’esecuzione sommaria degli otto militi catturati, tutti ragazzi giovanissimi.  Li comandava il Sergente Maggiore: GASPARINI CASARI NELLUSCO,(29) di quarantacinque anni, il quale, prima di essere ucciso, vide uccidere il figliolo: GASPARINI CASARI GIORGIO,(30) caporal maggiore del 2° Reggimento della Divisione Littorio e Bersagliere del Duce: assieme a loro i partigiani fecero strage del giovane: RONCHETTI DANILO,(31) di venti anni e padre di un bimbo di tre mesi, di: MIRAVALLE STEFANO(32), di diciannove anni, di: FRANZONI BONFIGLIO,(33) anch'esso di diciannove anni, di: SANMARINI EDOARDO,(34) milite della Brigata Nera di diciannove anni, di: SCORZONI ERMES(35), di diciotto anni e milite della B.N. del Battaglione volontari "Mussolini", e del giovanissimo, diciassette anni non ancora compiuti: BERTACCA LAMBERTO.(36)            segue a pag. 2

 

CENTRO STUDI PER LA STORIA DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA IN PROVINCIA DI MODENA

 Per non dimenticare!

 

 

Abbiamo condotto l'operazione di trasferimento in pagine elettroniche delle circa 700 pagine cartacee di cui è composto il libro sulla storia della Guerra Civile in Provincia di Modena che intendiamo dare alle alle stampe se riusciremo a reperire i fondi.

 

E' stato preparato anche un CD Rom che non è in vendita e che viene consegnato a coloro che attraverso un contributo volontario vorranno sostenere questa iniziativa, esso contiene tutti i capitoli del libro sulla Guerra Civile, oltre a moltissime fotografie e canzoni dell'epoca.

 

Nel nostro territorio dominato, e in modo prepotente, dal potere rosso dei comunisti di sempre è difficile, almeno sino ad oggi, anno 2004, trovare editori disposti a dare alle stampe un titolo che, malgrado la sete di verità, il tempo passato e la moda di un certo tipo di revisionismo storiografico, incontra l’ostracismo, a meno che non si chiami Gianpaolo Pansa ( che proviene dalla cosidetta area antifascista).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Modena Tua                                                                                  pag.2

 

Bertacca Lamberto

 

(dalla prima)

LIBRI - RECENSIONI

 

                

 

A quest'ultimo giovane, colpito alle gambe, i partigiani ingiunsero di alzarsi e di gridare, se voleva salva la vita: "viva i partigiani, viva la Russia". Egli con uno sforzo sovrumano si alzò per gridare in faccia ai suoi assassini: "Viva l'Italia! Viva la Germania!"

Al grido seguì una raffica rabbiosa che stroncò per sempre quella fiorente giovinezza. Era un ragazzo di eccezionali virtù e di sentimenti fortissimi. L'armistizio dell'8 Settembre lo gettò in uno stato di profondo sconforto, per lui tutto era perduto. Ma quando il 2 Ottobre del 1943 si costituì il reparto giovanile della GNR, fu tra i primi ad accorrere e a nulla valsero le preghiere per farlo recedere, data la sua giovanissima età, dalla decisione presa. Quando passò al corpo ausiliario della brigata nera "M. Pistoni" di Carpi, le imboscate partigiane erano già all'ordine del giorno. Dietro ad un’immagine del Sacro Cuore, una sera prima di addormentarsi, scrisse: "O Gesù dopo tanti sacrifici dacci la vittoria. Salva il Duce e il Fascismo solo baluardo di civiltà contro la barbarie mondiale".

Una notte mentre tornava di pattuglia, gli spararono da una siepe senza colpirlo. Il colpo fallì, ma era un avvertimento, non ci fece caso, aveva troppa fiducia negli uomini e la sua fede era incrollabile.(37)

 

Collaborate con noi !

 

Giuramento delle Forze Armate della RSI di stanza a Modena in Piazza Grande.

 

 Visita di Renato Ricci alla Caserma della GNR in Rua Muro a Modena

Sudditi

Fini Massimo

Manifesto contro la Democrazia

pp. 160 
Euro 9,00

 Per la nostra cultura la democrazia è "il migliore dei sistemi possibili", un valore così universale che l’Occidente si ritiene in dovere di esportare, anche con la forza, presso popolazioni che hanno storia, vissuti e istituzioni completamente diversi. Fini demolisce questa radicata convinzione. Il suo attacco però non segue le linee né della critica di sinistra, che addebita alla democrazia liberale di non aver realizzato l’uguaglianza sociale, né di destra che la bolla come governo dei mediocri, ma aggredisce il sistema dal suo interno. La "democrazia reale", quella che concretamente viviamo, non corrisponde a nessuno dei presupposti su cui afferma di basarsi. È un regime di minoranze organizzate, di oligarchie politiche economiche e criminali che schiaccia e asservisce l’individuo, già frustrato e reso anonimo dal micidiale meccanismo produttivo di cui la democrazia è l’involucro legittimante. Corrosivo e inquietante, Sudditi invita a rivedere certe nostre confortanti certezze, a considerare la situazione paradossale e umiliante del cittadino democratico e, più in profondità, a riflettere sulla condizione dell’uomo contemporaneo.

Massimo Fini, scrittore e giornalista, scrive per "Il Giorno", "La Nazione", "Il Resto del Carlino" e "Il Gazzettino". È autore di Il conformista (1990) e di due fortunate biografie storiche: Nerone, duemila anni di calunnie (1993), Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta (1996). Per Marsilio ha pubblicato Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina (2000 seconda edizione), Nietzsche. L’apolide dell’esistenza (2002 terza edizione), la trilogia di saggi storico-filosofici La Ragione aveva Torto? (1985), Elogio della guerra (1989), Il denaro "Sterco del demonio" (1998),

 

Articolo di Massimo Fini

LA MISSIONE DI ORIANA AMERICANIZZARE TUTTI

L'altra sera su Rai Due, nella trasmissione condotta da Antonio Socci, si dibatteva del neolibro della Fallaci "La forza della ragione". C'erano il filosofo Gianni Vattimo, alcuni politici, Alessandra Mussolini, Maria Prodi, Borghezio, l'ex ambasciatore Scialoia, fattosi musulmano, e, "coup de theatre", Adriano Sofri direttamente dal carcere di Pisa. Che competenza abbia in materia Adriano Sofri, che, a parte un paio di opuscoli di autodifese giudiziarie, non ha mai scritto un libro in vita sua, tantomeno sui rapporti fra Occidente e Islam, non saprei. Conferma però quello che dico ai ragazzi quando, dopo una lezione sul giornalismo tenuta all'università, nei licei, nelle scuole specializzate, mi si affollano attorno e mi chiedono come si fa a entrare nel nostro mestiere: assassinate un commissario di polizia e diventerete "opinion maker" senza dovervi sobbarcare la fastidiosa fatica di trent'anni di tirocinio e di lavoro.

Ma non è di questo che voglio parlare, bensì del libro della Fallaci. Anche se è difficile parlare di un libro che è una lunga invettiva contro l'Islam, in toto, e un'esaltazione, in toto, dell'America e, soprattutto, della Fallaci ipsa, unico vero, stoico, eroico baluardo della libertà occidentale contro le orde dei figli di Allah. L'invettiva, com'è noto, non è un argomento. E nemmeno l'entusiasmo. Comunque dovendo estrapolare dalla retorica e dallo stile ridondante, barocco, marinesco della Fallaci (che si crede Malaparte, ma è solo la solita Oriana, la sgangherata Oriana dell'ultimo quarto di secolo) si può dire che emergono due tesi.

Prima tesi. Gli islamici stanno invadendo l'Europa per soggiogarci e convertirci. Ora, gli islamici, come gli altri immigrati del Terzo Mondo, non vengono da noi per conquistarci. Ci vengono per necessità. A nessuno piace lasciare i propri luoghi d'origine, le proprie case, le proprie famiglie, le proprie abitudini. Ed è stata proprio la pervasività del modello occidentale a devastare l'habitat, economico e sociale, in cui vivevano questi immigrati dal Terzo Mondo, soprattutto dal Nord e dal Centro Africa, riducendoli, spesso, alla fame e costringendoli a venire nei nostri Paesi a cercarvi una vita dopo che gliela abbiamo distrutta.

A questa prima, inaudita, violenza se ne vorrebbe ora aggiungere un'altra, forse ancora più grave, che costituisce la seconda tesi della Fallaci e che Cesare De Carlo, un estimatore della scrittrice, traduce così: questi immigrati, questi cani figli di cani, questi figli di Allah "una volta sbarcati fra noi non hanno alcuna intenzione di integrarsi, di uniformarsi ai nostri costumi, alla nostra mentalità, alla nostra cultura, ma mantengono i loro oltraggiando i nostri". Insomma se voglio vivere fra noi devono pensare e comportarsi come noi. Dopo aver tolto a questa gente habitat e cibo, vogliamo prenderle anche l'anima.

Gli islamici che vengono da noi devono, come tutti, rispettare le nostre leggi. Per il resto sono liberi, sacrosantemente liberi di restare quello che sono, di mantenere la propria mentalità, i propri costumi, le proprie usanze.

Nessuno oggi pretenderebbe, credo, che un ebreo non segua il Talmud, non pratichi la circoncisione, non sia se stesso. Chi in passato ha preteso di farlo è stato chiamato nazista. Oggi i nazisti sono altri e la cosa spaventosa è che non se ne rendono conto. Fra cinquant'anni libri come "La forza della ragione" verranno guardati con lo stesso orrore con cui oggi si guarda il "Mein Kampf" e ci si chiederà come sia stato possibile.

Massimo Fini

Modena Tua                                                                                               Pag.  3

 

 
Il Sito Web del Centro Studi

http://xoomer.Virgilio.it/fratricidio

 sta ottenendo un grande successo: in pochi mesi sono state visitate oltre 2300 pagine.

Vi proponiamo alcune e mail inviateci dai visitatori del sito.

 Da Italia – RSI 20 Ottobre 2003

Complimenti. Si vede che c'è un lungo lavoro dietro. Da oggi lo abbiamo linkato in prima pagina dove rimarrà per un pezzo e poi comunque sempre in"altri siti".
Se volete aggiungere qualche cosa nella presentazione scriveteci pure.

Francesco Rocco

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Innanzitutto, La ringrazio per avermi risposto. Di questi tempi, mi pare unacortesia che vada sottolineata. Le confermo che il Tassi mario di cui Lei fa cenno è un parziale omonimo del Walter a cui mi riferivo. La mancanza di notizie dalle fonti che Lei cita, però, conferma un fatto per me importante.
Mio zio è stato staffetta partigiana (bianca) e fu giustiziato con la solita giustificazione del tradimento. Lo prelevarono a casa della fidanzata, derubarono la famiglia dei miei nonni di qualsiasi cosa potesse essere spacciata per "utile per i combattenti della montagna", e sparì. Sto scrivendo, senza nessuna ambizione artistica, una storia romanzata sull'argomento che finirà, molto probabilmente, a prendere polvere in un qualche cassetto, esattamente come la memoria del popolo a cui apparteniamo.
Se avrò qualche riscontro in merito a quanto raccontatomi non mancherò di segnalargLielo. Per il momento, La ringrazio per la passione che mette nel Suo lavoro che, anche se conosciuto da una minoranza, sono certo che contribuirà a infrangere un muro di omertà che oggi, a quasi sessant'anni di distanza, continua a distorcere le conoscenze, e le coscienze, di tutti.

Cordiali saluti

M. G:

P.S.: A conferma che la morte di mio zio sia avvenuta in circostanze che
definirei poco chiare, esiste una lapide nella chiesa di S. Francesco di
Mirandola nella quale, tra i caduti civili della II guerra mondiale, figura
il nome di Walter Tassi. Serve dirLe che la salma non fu mai ritrovata?

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CONGRATULAZIONI

SONO MOLTO CONTENTO DI VISITARE IL VOSTRO SITO MOLTO BEN FATTO. HO UN ARCHIVIO DI DIVERSI NUMERI DEL GIORNALE DEL CLN BOLOGNESE CHE  E' USCITO DOPO IL 21 APRILE 45 SE VI TROVO QUALCOSA CHE RIGUARDA LA VOSTRA PROVINCIA VE LO FARO SAPERE

CORDIALITA'

F. T.

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Le e mail ricevute sono state sino ad oggi alcune decine e visto e considerato che il sito non ha quella visibilità notevole che hanno siti con mezzi più ampi a disposizione, questo successo ci conforta e ci stimola a cercare di fare sempre di più per far conoscere la storia della RSI in Provincia di Modena.

 FATELO VISITARE AI VOSTRI AMICI

al libro “Guerra Civile nel modenese”

La Repubblica di Montefiorino

 Degli avvenimenti del Giugno-Luglio 1944 nella zona di Montefiorino, la propaganda comunista e resistenziale in genere ha creato uno dei punti cardine dell’"epopea", facendoli passare tra gli episodi più espressivi, dal loro punto di vista, di tutta la guerra civile. Esaltandoli in tempi a noi vicini con un continuo proliferare di pubblicazioni e di celebrazioni tendenti a mitizzare quella che fu chiamata, molto pomposamente: "La repubblica di Montefiorino".(1)

E' giunto il momento, sebbene a tanta distanza di tempo, di esaminare con obbiettività i fatti che portarono quella zona dell’Appennino modenese, in primo piano delle due parti in lotta in quel drammatico periodo e che furono, per le popolazioni del luogo, fonte di tremendi lutti e di terribili distruzioni.

Abbiamo visto come nel mese di Maggio e nei primi quindici giorni di Giugno, rispetto ai mesi precedenti, la guerriglia fosse aumentata d’intensità con un succedersi sempre più frequente, d’imboscate ed agguati alle truppe tedesche e fasciste. Sia in pianura sia in montagna i partigiani, alimentati in continuazione dai lanci aerei anglo-americani, che sull'onda del successo ottenuto e dallo sbarco in Normandia e dall'avanzata sul suolo italiano con la conquista della capitale, fomentavano sempre più la guerra civile, cercando di creare in questo modo il maggior danno possibile alle retrovie tedesche, di conseguenza i "ribelli", aumentano decisamente le loro azioni:

 "Armi automatiche, soprattutto americane come il famoso fucile mitragliatore "Thomson" e l'altrettanto famosa pistola mitragliatrice "sten" (inglese), scendevano veleggiando dal cielo con i grande paracadute di seta bianca o colorata: particolarmente nell'Appennino tosco-emiliano per le formazioni partigiane collegate con le missioni alleate, ed ebbero un particolare impiego nella serie dei combattimenti di Montefiorino."(2)

 In questo proliferare d’agguati, imboscate ed uccisioni e per il maggior concentramento in quelle zone di partigiani comunisti che raggiungevano qualche migliaio d’uomini, appunto ben forniti d’armi dai lanci paracadutati, oltre ad un battaglione sovietico composto da ex prigionieri fuggiti dai campi di concentramento dopo l'8 Settembre, i piccoli presidi fascisti della Valle del Dragone, per meglio organizzarsi attraverso una tattica che li avrebbe dovuti riportare a presidiare con maggiore sicurezza quei territori, furono costretti ad abbandonare i loro capisaldi.

I capi comunisti avevano deciso di concentrare in queste contrade, a potenziamento della brigata "Roveda", tutte le nuove leve partigiane, assieme a quelle comandate da "Armando" in modo da costituire un grosso reparto che doveva prendere il nome di "Prima Divisione Garibaldi".

Il Comando Provinciale della GNR, costatando le notevoli difficoltà a mantenere i collegamenti con i piccoli presidi di quelle zone della montagna modenese, già dal 15 Giugno aveva ordinato il ripiegamento da Montefiorino a Piandelagotti.

(continua al prossimo numero)

 

         

 

 

Modena Tua                                                                                           Pag. 4

 

                  Stampa il modulo sottostante e invialo per e mail

Centro Studi per la Storia della RSI

“Lamberto Bertacca” - Modena

 

PROGRAMMA DI MASSIMA

 Costituzione del Centro Studi – Atto costitutivo

Elezione del Consiglio direttivo e del Presidente -

minimo 25 soci – quota iscrizione - 50 Euro annuali

La quota comprende – Tessera sociale – Corrispondenza    Iniziative varie – e CD Rom sulla Storia modenese

Al raggiungimento delle 25 iscrizioni verrà indetta l’assemblea elettiva.

L’attività del Centro verrà svolta, non potendo al momento programmare una sede, attraverso  quattro incontri conviviali all’anno con la presenza di un relatore ad ogni incontro che parlerà su di un tema inerente il periodo che il Centro Studi prende in considerazione. La partecipazione agli incontri avverrà di volta in volta in un ristorante cittadino o della Provincia (con pagamento della cena ad ogni incontro – si prevedono costi da 20 a 25 euro per ogni cena).

 

L’iscrizione al Centro Studi è libera a tutti e avviene tramite la compilazione della scheda d’iscrizione e al versamento della quota sociale. I soci si distingueranno in: ordinario, sostenitore, onorario.

 

NESSUNA PRECLUSIONE –  NON SARANNO ACCETTATE ARGOMENTAZIONI DI POLITICA CORRENTE    IL CENTRO SI INTERESSA SOLAMENTE DI STORIA

 

Iniziative già in atto:

 

-          Sito internet sulla storia della guerra civile nel modenese operativo al seguente indirizzo http://members.xoom.it/fratricidio oppure     http://xoomer.virgilio.it/fratricidio

-          Cd rom con la storia della guerra civile nel modenese con tantissime fotografie e canzoni dell’epoca

-          Video cassette VHS sullo stesso argomento.

-          Brochure promozionale del Centro

 

Iniziative da intraprendere:

-          Costituzione di una biblioteca

-          Ricerche particolari su fatti ed episodi del periodo

-          Incontri, conferenze  e dibattiti

-          Deposizione di corone sui luoghi di eccidi di fascisti o di presunti tali

-          Ricerca di materiale relativo al periodo (foto, filmati, oggetti, libri, riviste dell’epoca

-          Pubblicazione del volume sulla Storia della RSI nel modenese già pronto

-          Incontri con altre organizzazioni italiane ed estere che si interessano del problema

-          Visite a luoghi della memoria storica della RSI

-          Altre iniziative

 

 

Modulo d’Iscrizione al Centro Studi per la storia della RSI in Provincia di Modena

 

 Il Sottoscritto/a…………………………………………………………

Nato a ......................................................

Il……………………………………

Residente inVia…………………………………………………………

Città……………………….…..Cap…………………Prov…………….

 Tel. Ab…………………………Tel. Uff…………...............

 Cellulare................................................................................................

 EMail..................................................................................................

 Professione..........................................................................................

 Familiari o parenti scomparsi nella guerra civile  

………………………………………………………………………….

 …………………………………………………………………………..

Ex combattente.....................................................................................

 Reparto................................................................……………………..

Cariche ricoperte...................

 .............................................................................................................

 .............................................................................................................

 Altre notizie

 ............................................................................................................

 ............................................................................................................

 .............................................................................................................

 ...........................................................................................................

 ..........................................................................................................

 Chiede l’iscrizione al Centro Studi per la storia della RSI di Modena

avendo preso visione delle motivazioni, delle caratteristiche del

Centro, del regolamento e dello Statuto.

                                               In fede

 

………………………………………………………………………….. 

A tutti gli iscritti viene offerto il CD o la Video cassetta sulla storia della RSI a Modena

Socio: ordinario – sostenitore – benemerito – (sottolineare)

Quota annuale -  socio ordinario:   Euro  50,00 (cinquanta)

Sostenitore: 150,00 Euro  -   Benemerito (a discrezione)

Inviare l'iscrizione tramite e mail

Email: civileguerra@virgilio.it  -  fratricidio@virgilio.it

Non inviare danaro - Verrete contatti direttamente al Vostro indirizzo

 

 

Questo numero è stato stampato in proprio

 

Non lasciamo che la memoria storica di quel periodo vada perduta!