Settembre 1944

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

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Settembre 1944

VENERDI 1 SETTEMBRE 1944

Le azioni della guerriglia partigiana, anche in seguito agli ultimi appelli dei comandi anglo-americani, si fanno sempre più frequenti; è una vera e propria caccia all'uomo, in uno stillicidio di agguati ed imboscate che assumono l'aspetto di una vera e propria carneficina, aizzata e stimolata in continuazione dalla propaganda "alleata" e consumata con particolare accanimento dalle "bande rosse".

A San Damaso, secondo il diario della brigata partigiana "Ivan", viene ucciso un militare tedesco addetto alla requisizione del bestiame, che aveva cercato di reagire all'agguato tesogli.(1)

In Iugoslavia veniva ucciso il sergente maggiore della MVSN, modenese, di trenta anni:

BERNARDELLI AUGUSTO.(2)

 SABATO 2 SETTEMBRE 1944

 Gli angloamericani continuano la marcia d’avvicinamento alla linea gotica conquistando Pisa, mentre le divisioni italiane schierate sul fronte assieme a quelle tedesche, resistono validamente su tutta la linea che va’ da Forte dei Marmi, sino all'Adriatico nei pressi di Pesaro. La pressante azione delle truppe "alleate" e l'energica spinta fanno sperare alle forze partigiane uno sfondamento della linea Gotica prima dell'inizio dell'autunno ed anche per questo si sentono più spavaldi nel portare le loro azioni, fatte quasi esclusivamente d’agguati e d’imboscate.

A Baggiovara, per una ritorsione, le Brigate Nere modenesi fucilano un partigiano.(3)  

 DOMENICA 3 SETTEMBRE 1944

 Alle 9,30 del mattino, una formazione d’aerei anglo-americani, attacca ancora una volta la nostra città. E' il quarto bombardamento aereo di una certa consistenza; molte case sono colpite, tra queste il Monte di Pietà; come il solito sono le case d'abitazione civile ed i quartieri più popolari a subire il maggior numero di danni. Gli obiettivi militari restano indenni. Le vittime in questa circostanza, fortunatamente, non furono numerose.(4)

 LUNEDI 4 SETTEMBRE 1944

 A Modena in un agguato, resta ucciso il milite della GNR:

MOLARO EMILIO.(5)

MARTEDI 5 SETTEMBRE 1944

 A Vignola, in un’imboscata partigiana, viene ucciso a colpi di fucile mitragliatore, il milite della GNR di quarantaquattro anni:

MANNI VITO.(6)

La moglie era rimasta vittima, poche settimane prima di un bombardamento aereo. Ancora nell'anno 1956, i due figli erano in attesa del riconoscimento della pensione dei loro genitori, che svariate volte avevano richiesto, senza mai essere stati esauditi.(7)

 MERCOLEDI 6 SETTEMBRE 1944

 Due donne, ritenute dai partigiani delle fasciste, vengono uccise a Montese, erano due sorelle di quarantanove e quarantacinque anni:

PICCINELLI SILVIA(8),

PICCINELLI GIUSEPPINA.(9)

Le azioni partigiane oltre che in pianura, riprendono di consistenza anche sull’Appennino; vari ponti vengono fatti saltare, imboscate ed agguati si susseguono. Di una di queste è testimone Suor Imelde Ranucci, che ha sempre avuto una particolare ammirazione per le formazioni partigiane; nel suo diario così racconta:

 "Oggi i partigiani, da due giorni in postazione sui Cinghi, tendono un imboscata ai tedeschi che passano, di ritorno da Boccasuolo, con due macchine. La fitta nebbia della quale approfittano i soldati per passare impedisce il giusto tiro delle mitragliatrici. Perciò solo pochi tedeschi cadono. Tutti gli altri fuggono in disordine."(10)

 Nessun’altra testimonianza è stata trovata per avvalorare quest’azione che probabilmente risulta, come al solito accade nelle storie resistenziali, gonfiata o mal datata.

 GIOVEDI 7 SETTEMBRE 1944

 A Levizzano di Castelvetro viene ucciso l'impiegato municipale d’anni quarantaquattro:

BONI GIUSEPPE.(11)

La sua salma verrà recuperata solamente dopo molti mesi.

Nella zona di Montese, a San Giacomo Maggiore, in un attentato viene ucciso un militare della Wermacht. Il Comando tedesco minaccia una rappresaglia, ma l'intervento del Parroco, Don Riccardo Monterastelli, riesce a far desistere i tedeschi dallo spargere altro sangue.(12)

Ulteriore imboscata partigiana sulla zona appenninica:

 "Una camionetta di tedeschi si era recata alla centrale elettrica di Farneta, che si trovava nel territorio controllato da loro. Una formazione di partigiani, tra i quali si trovava in quel periodo anche Don Nino Monari, ignorando che si trattasse di una semplice missione esplorativa, cominciò a sparare con un fucile mitragliatore. Vennero uccisi un maggiore e un soldato."(13)

 Contemporaneamente, reparti tedeschi ritornano nella zona di Palagano dove il giorno prima era avvenuta un imboscata, incendiano alcune case nella zona dove era avvenuto lo scontro e precisamente in località Lame e Ronco Pezzuolo.

A Zocca viene ucciso l'aviere scelto:

FRANCESCHINI GIUSEPPE.(13BIS)

 VENERDI 8 SETTEMBRE 1944

 In località Ponte delle Sponge, a Iola di Montese, transitano due motociclette tedesche con a bordo quattro militari; dietro la siepe che costeggia la strada sono appostati alcuni gruppi partigiani che all'arrivo dei due automezzi iniziano una fitta sparatoria: due tedeschi restano uccisi e due vengono catturati. Di fronte a quest’azione la popolazione della zona è terrorizzata in quanto teme un’indiscriminata rappresaglia da parte tedesca. Ma anche in questo caso, l'intervento del Parroco di Iola di Montese riesce a sventare la ritorsione.(14)

In genere per la storiografia partigiana in casi come questo o similari, quando le cose vanno bene, cioè se in seguito ad attentati, dove vengono uccisi tedeschi o fascisti e non viene effettuata la rappresaglia, il merito va’ all'intervento del Parroco oppure non se ne parla.

E' fuori dubbio che l'intervento , in moltissime occasioni, dell’autorità ecclesiastica, riuscì a impedire ulteriori lutti, come d'altra parte è altrettanto vero che parroci di molte località seguirono la sorte dei loro parrocchiani fucilati nelle rappresaglie.

Ma va’ pur detto che, in moltissime occasioni, gli stessi comandi militari tedeschi ed in particolare quelli fascisti, evitavano di commettere tali azione di ritorsione poiché ben sapevano che avrebbero fatto il gioco dei partigiani comunisti e spesso le inermi popolazioni si trovavano in balia dei ricatti e delle vendette delle bande ribelli, che le taglieggiavano e ricattavano con il terrore. Non sempre dunque, come ci ha fatto credere la non obiettiva storia della resistenza, questi uomini in divisa, che purtroppo in molte circostanze sono caduti nella trappola della ritorsione, e che erano facile bersaglio di chi stava appostato dietro ad una siepe, adottando il sistema del "colpire e fuggire", si scatenavano nella rappresaglia. Molto spesso questi militari si limitavano, pur con la rabbia in corpo, a piangere i loro commilitoni caduti nelle vili imboscate.

Sempre in questo giorno, in una borgata di Polinago, la funzione religiosa, alla quale erano intervenuti dei partigiani, venne interrotta dall'arrivo dei tedeschi. Vi fu una sparatoria senza conseguenze e vennero effettuati alcuni arresti, tra i quali Don Luigi Partesotti, arciprete di Brandola che fu lasciato andare, prima di arrivare a Pavullo, da un soldato tedesco.(15)

Questo episodio viene anche raccontato da un altro testimone il quale affermava che i partigiani, appartenenti alla Brigata di "Mario da Modena", si fecero sorprendere mentre: "ballavano e gozzovigliavano".(16)

 SABATO 9 SETTEMBRE 1944

 Al Ponte di ferro, in Comune di Modena, resta ucciso in un mitragliamento aereo, il caporal maggiore dell'Esercito Repubblicano, di ventitré anni:

BACCARO IVES.(17)

Sempre in seguito a mitragliamenti e spezzonamenti di aerei angloamericani, restano uccise alcune donne civili: Bompani Igea, Mussati Teresina e Zanaroli Santa.

All'Ospedale civile di Modena decedeva, per le ferite riportate alcuni giorni prima, in seguito ad un mitragliamento aereo, il sergente maggiore della GNR di Modena, di anni quaranta:

TORREGGIANI LUIGI.(18)

Tra Spilamberto e Vignola, un gruppo di partigiani attaccava una pattuglia della GNR e un maresciallo restava gravemente ferito.(19)

 DOMENICA 10 SETTEMBRE 1944

 La presenza aerea angloamericana sui cieli italiani era pressoché costante e pesantemente massiccia. I mitragliamenti aerei diurni e notturni, gli spezzonamenti su ogni cosa che si muoveva, erano particolarmente terrificanti per le popolazioni del Nord Italia.

L'estensore di queste note ricorda che, bambino, assieme ad un gruppo di coetanei, percorreva in bicicletta la lunga strada, allora polverosa, che da Nonantola conduce alla frazione La grande. Il gruppo di ragazzini aveva da poco superato un carro agricolo che procedeva lentamente, mentre dalla direzione opposta sopraggiungeva un camioncino carico di suppellettili varie. All'improvviso dal cielo sbucò un caccia americano che, con passaggi radenti prese d'infilata il lungo stradone scaricando una girandola di proiettili da 12 e da 20 mm. su tutto quello che era in movimento su quella strada. Fece due o tre passaggi colpendo camioncino e carro agricolo, risparmiando fortunosamente, il gruppo di bambini i quali, appena sentito l'avvicinarsi a bassa quota dell'aereo, abbandonarono le biciclette buttandosi rapidamente nel fossato che costeggiava la strada.

Ma quale e quanta efficacia ebbero queste azioni sull'apparato militare tedesco e fascista? Quasi nulle. i maggiori danni vennero sopportati dalla popolazione civile. Questi bombardamenti e mitragliamenti resero qualche difficoltà agli spostamenti delle truppe, che dovettero usare maggiori attenzioni, viaggiando particolarmente di notte. Ma è altrettanto vero che provocarono morti e feriti in gran numero tra la popolazione civile ed enormi danni a città e paesi. Complessivamente non c'è stata nessuna proporzione tra perdite materiali ed umane inflitte ai militari tedeschi e fascisti e quelle subite dalla popolazione. (20)

E quantitativamente le perdite subite dalla popolazione civile italiana da queste rappresaglie aeree non sono state per niente inferiori alle rappresaglie tedesche inflitte in seguito agli attentati e alle imboscate partigiane.

 LUNEDI 11 SETTEMBRE 1944

 Sempre in merito ai bombardamenti ed ai mitragliamenti aerei sulla nostra provincia, è stato stilato, nel dopoguerra, un bilancio riassuntivo che proponiamo all'attenzione di chi legge.

 BOMBARDAMENTI AEREI

 1) con fortezze volanti   in città n. 3   in provincia n. 9

2) con caccia bombardieri in città n. 183 in provincia n. 1227

3) per azioni varie       in città n. 860 in provincia n. 1353

 DANNI SUBITI

 1) Case distrutte         in città n. 199 in provincia n. 599

2) Case danneggiate       in città n. 712 in provincia n. 3263

 LE VITTIME

 1) Morti                  in città n. 368 in provincia n. 1016

2) feriti e mutilati      in città n. 879 in provincia n. 1193

 EDIFICI DISTRUTTI E DANNEGGIATI PER RAPPRESAGLIA

 Case bruciate             in città      0 in provincia n. 240

case danneggiate          in città      0 in provincia n. 938

 Questi dati sono stati desunti dalla pubblicazione ufficiale dell’8 Dicembre 1947, in occasione della decorazione della medaglia d'oro al V.M. alla città di Modena per la lotta di "resistenza".

Intanto le uccisioni di fascisti, o di presunti tali, continuavano con progressione geometrica.

 Un esempio è questa notizia pubblicata dalla storiografia resistenziale e che riportiamo, malgrado non vi siano altri riscontri negli archivi di parte fascista o in altre testimonianze resistenziali:

 "Due partigiani si recavano sul traghetto del fiume Secchia che unisce le sponde dei Comuni di Soliera e di Modena, in località San Matteo e giustiziavano a colpi di rivoltella la nota spia fascista

VEDASTA LUIGI,

responsabile di innumerevoli denunce a danno di patrioti e figura pericolosa la cui criminale attività era in costante crescendo."(21)

 A Maranello, i fascisti rispondevano alla serie di imboscate ed agguati cui erano soggetti, con la fucilazione di un partigiano.(22)

 MARTEDI 12 SETTEMBRE 1944

 Inizia un vasto rastrellamento nella zona di San Martino, Costrignano e Montemolino, dove sono tornate a riunirsi alcune bande partigiane. Le formazioni "ribelli" vengono disperse.

 "I tedeschi attaccarono un nostro presidio in località Montespino dove era una nostra formazione. Dopo aver a lungo contrastato i nemici e averne uccisi e feriti parecchi, i nostri si sganciarono lasciando sul terreno un morto."(23)

 Il combattimento si sposterà il giorno successivo a Palaveggio; di questo combattimento, o per meglio dire semplicemente di questa scaramuccia, il rapporto della brigata partigiana che vi prese parte, ne parla in tono enfatico e con evidenti esagerazioni tali da mettere a giudizio critico la stessa storiografia partigiana.(24)

MERCOLEDI 13 SETTEMBRE 1944

 A Nonantola, in un feroce agguato, viene colpito a morte il giovane squadrista della Brigata Nera, di venti anni e nativo di quel paese:

BEVINI SPERINDIO.(25)

A Spilimbergo (Udine), cade in combattimento contro formazioni partigiane di quella zona, il maresciallo della GNR di Modena, di ventinove anni:

CAMURRI RENZO.(26)

A Modena e a Medolla vengono fucilati, da parte di formazioni delle Brigate nere, due partigiani.(27)

 GIOVEDI 14 SETTEMBRE 1944

 A Modena viene ucciso un giovane milite della GNR, si chiamava:

VERONESI RINALDO.(28)

 VENERDI 15 SETTEMBRE 1944

 E' il tardo pomeriggio di una bella giornata settembrina; un camioncino che trasportava un gruppo di militi della GNR e della Brigata Nera, viene improvvisamente bloccato da un gruppo di partigiani in una strada di campagna nei pressi di Limidi di Soliera. Dopo una breve sparatoria i militi sono costretti alla resa dalle preponderanti ed armatissime forze partigiane che, immediatamente procedono ad un’esecuzione sommaria degli otto militi catturati, tutti ragazzi giovanissimi.

Li comandava il Sergente Maggiore:

GASPARINI CASARI NELLUSCO,(29)

di quarantacinque anni, il quale, prima di essere ucciso, vide uccidere il figliolo:

GASPARINI CASARI GIORGIO,(30)

caporal maggiore del 2° Reggimento della Divisione Littorio e Bersagliere del Duce: assieme a loro i partigiani fecero strage del giovane:

RONCHETTI DANILO,(31)

di venti anni e padre di un bimbo di tre mesi, di:

MIRAVALLE STEFANO(32),

di diciannove anni, di:

FRANZONI BONFIGLIO,(33)

anch'esso di diciannove anni, di:

SANMARINI EDOARDO,(34)

milite della Brigata Nera di diciannove anni, di:

SCORZONI ERMES(35),

di diciotto anni e milite della B.N. del Battaglione volontari "Mussolini", e del giovanissimo. diciassette anni non ancora compiuti:

BERTACCA LAMBERTO.(36)

A quest'ultimo giovane, colpito alle gambe, i partigiani ingiunsero di alzarsi e di gridare, se voleva salva la vita: "viva i partigiani, viva la Russia". Egli con uno sforzo sovrumano si alzò per gridare in faccia ai suoi assassini: "Viva l'Italia! Viva la Germania!"

Al grido seguì una raffica rabbiosa che stroncò per sempre quella fiorente giovinezza. Era un ragazzo di eccezionali virtù e di sentimenti fortissimi. L'armistizio dell'8 Settembre lo gettò in uno stato di profondo sconforto, per lui tutto era perduto. Ma quando il 2 Ottobre del 1943 si costituì il reparto giovanile della GNR, fu tra i primi ad accorrere e a nulla valsero le preghiere per farlo recedere, data la sua giovanissima età, dalla decisione presa. Quando passò al corpo ausiliario della brigata nera "M. Pistoni" di Carpi, le imboscate partigiane erano già all'ordine del giorno. Dietro ad un’immagine del Sacro Cuore, una sera prima di addormentarsi, scrisse: "O Gesù dopo tanti sacrifici dacci la vittoria. Salva il Duce e il Fascismo solo baluardo di civiltà contro la barbarie mondiale".

Una notte mentre tornava di pattuglia, gli spararono da una siepe senza colpirlo. Il colpo fallì, ma era un avvertimento, non ci fece caso, aveva troppa fiducia negli uomini e la sua fede era incrollabile.(37)

Sempre in questo giorno, a Portile, in Comune di Modena, veniva ucciso il sergente Maggiore:

GEMINIANI SERGIO.(38)

 SABATO 16 SETTEMBRE 1944

 A Limidi di Soliera i fascisti fucilano un partigiano.(39)

 DOMENICA 17 SETTEMBRE 1944

 Il carcere di Castelfranco Emilia, dove vi erano trattenute più di duecento persone, viene bombardato da aerei anglo americani; undici persone detenute e tre guardie carcerarie persero la vita in quella incursione: numerosissimi furono i feriti.

TRE IGNOTI(40)

In Grecia trova la morte il milite della GNR di Carpi, di trentatré anni:

FERRARESI MARIO.(40a)

Il fratello verrà ucciso a Carpi durante le giornate della "liberazione".

A Bastiglia vengono fucilati due partigiani.(41)

LUNEDI 18 SETTEMBRE 1944

 Nella zona di Carpi vengono uccisi tre militi della GNR. Si trattava di:

GIOVANNELLA GUIDO,(42)

OGNIBENE EZIO,(43)

TURCHI GIOVANNI.(44)

Dell'uccisione di uno di questi ne troviamo traccia anche nella storiografia resistenziale che così inquadra l'episodio:

"Alcuni partigiani raggiungevano Quartirolo per ivi giustiziarvi la spia Ugo Giovanardi. Costui però, si rendeva irreperibile. Successivamente gli stessi giustiziavano a Budrione il traditore fascista Giovanni Turchi."(45)

MARTEDI 19 SETTEMBRE 1944

 La stampa locale riporta il resoconto del funerale, avvenuto a Nonantola, del giovane fascista Bevini Sperindio ucciso in quella località il giorno 13 Settembre:

 "Nonantola ha tributato, l'altro ieri solenni onoranze funebri al caduto fascista Bevini Sperindio, vittima di un attentato dei fuorilegge. Alla cerimonia religiosa, ha partecipato anche l'Arcivescovo di Modena e Abate di Nonantola, Mons. Cesare Boccoleri, che ha pronunciato un discorso di riappacificazione degli animi."(46)

 MERCOLEDI 20 SETTEMBRE 1944

 Gli attacchi partigiani si fanno, via via, sempre più intensi; la prospettiva dell'attacco definitivo degli angloamericani sembrava molto vicina, pertanto le azioni di terrorismo e le vendette personali, che raggiungeranno il loro apice nell'aprile 1945, si infittiscono con un ritmo incredibile.

Nella zona di Carpi viene assassinato il milite della GNR:

ARTIOLI BRUNO.(47)

A Bologna viene fucilato il Parroco di Monzone di Pavullo, Don Natale Monticelli, che era stato arrestato il 25 Agosto poiché era stata scoperta la sua attività di partigiano.(48)

 GIOVEDI 21 SETTEMBRE 1944

 A Modena viene prelevato da elementi partigiani, mentre si recava in caserma, il milite della GNR di cinquantadue anni:

MUSSINI OTTAVIO.(49)

Verrà "giustiziato" con la classica esecuzione dei partigiani rossi: un colpo alla nuca.

A Pavullo viene ucciso il quarantenne:

BACCARANI PASQUINO.(50)

A Carpi, in un agguato partigiano. viene ucciso il milite della Brigata Nera:

BECCATI ALFIO.(51)

In montagna, così come nelle zone della bassa modenese si infittiscono gli agguati e le imboscate. Pattuglie di soldati tedeschi e fascisti vengono attaccate nelle località di Sassoguidano e di Verica, nelle vicinanze di Pavullo, da consistenti formazioni partigiane. Sassoguidano è il paese del capo partigiano "Armando". Una furibonda lotta si accende tra le due fazioni. Alcuni soldati tedeschi restano uccisi assieme a due partigiani.(52)

Ecco come il partigiano sopracitato, in una testimonianza abbastanza recente, inquadra l'episodio:

 "Desideravo preparare uno scontro con i tedeschi numerosi sul posto. La mattina del 21 lo scontro avvenne. Fummo attaccati da tre colonne tedesche. L'esito fu a noi favorevole e subimmo poche perdite. I tedeschi invece ebbero molti morti e per questo si vendicarono incendiando case ed uccidendo civili.(53)

 Intanto le divisioni anglo americane continuavano la loro pressione sferrando una grande offensiva, con l'intenzione di rompere le difese italo-tedesche. Occupano Forlì, ma stremati da più di una settimana di violenti combattimenti, desistono dal proseguire l'attacco e si attestano sulle posizioni conquistate.

 VENERDI 22 SETTEMBRE 1944

 Lo scontro tra le truppe tedesche e i reparti partigiani nella zona di Sassoguidano, nella storiografia partigiana diventa una battaglia di proporzioni gigantesche. Si parla di un grosso rastrellamento tedesco con l'appoggio di mortai da 81 e mitragliere da 20mm.: il bilancio che viene stilato è, come al solito, estremamente esagerato :

 "Quattro ore di fuoco da entrambe le parti: 310 morti tedeschi ed un numero imprecisato di feriti. Cinque macchine distrutte. Un morto partigiano e quattro feriti.."(54)

 Ovviamente questi dati non corrispondono, nemmeno in minima parte, alla verità, ma risulta invece molto importante quello che avvenne per il gruppo di "ribelli" di "Armando".

Non fu la vittoria dichiarata, bensì una pesante sconfitta poiché, in seguito a questo scontro, i partigiani dovettero riparare, con armi e bagagli, al di là delle linee tedesche cercando rifugio presso le truppe "alleate".

La sconfitta fu cocente per le forze partigiane e grosse polemiche sorsero all'interno dello schieramento antifascista, per questa fuga o ritirata strategica, che si voglia chiamare. Difatti:

 "Da quel momento Armando scomparve dalla scena partigiana modenese. Naturalmente è difficile giudicare a posteriori la sua condotta. Certo essa suscitò critiche assai severe tra le file dei partigiani rimasti al di qua delle linee, che giudicarono negativamente il passaggio del fronte in un momento in cui si sperava ancora nella liberazione imminente e quando nessuno immaginava di avere un inverno da passare in montagna."(55)

 Lo stesso Armando, nella sua storia, cerca di giustificare questa azione,(56) ma resta evidente che i reparti partigiani subirono una netta sconfitta e preferirono, al proseguimento del combattimento contro le forze tedesche, passare le linee per una più comoda interpretazione della "loro" guerra. Quei reparti partigiani vennero poi inquadrati e schierati sul fronte a fianco degli "alleati", poiché:

 "si doveva esaltare ugualmente la figura di Armando, ma con l'invito a non seguirne l'esempio."(57)

 SABATO 23 SETTEMBRE 1944

 La posizione della componente comunista nella lotta armata, viene chiaramente messa in evidenza, nella storiografia resistenziale di parte democristiana, in chiave decisamente negativa.

Nel tentativo di dare una visione della resistenza, che non sia, così come viene fatto dai comunisti, esclusivamente unilaterale, vengono messi in luce taluni aspetti comportamentali dei partigiani "rossi" che potrebbero essere valutati in tal maniera dall'avversario fascista, il quale, almeno dal punto di vista storico, avrebbe tutte le ragioni per far conoscere come si svolsero i fatti, nella pura aridità della cronaca ma che, data la prepotenza con cui i padroni dell'informazione e di un certo tipo di cultura hanno manipolato o quanto meno presentato monco, all'opinione pubblica quel periodo; e non è ancora stata possibile una vera revisione storica.

E', d'altronde, oltremodo interessante che queste interpretazioni vengano fuori dalle lotte intestine del CLN, almeno qualche cosa si può cominciare a mettere bene a fuoco. Qualche verità comincia ad affiorare: un esempio ne è questo brano:

   "L'egemonia comunista nella guida della resistenza armata nella "Bassa" probabilmente contribuì ad imprimere alla lotta un carattere di decisione e di inflessibilità, che corrispondeva alla direttiva di fondo dello stesso partito comunista, di condurre la guerra partigiana senza esclusione di colpi, in contrapposizione alla prevalente preoccupazione dei cattolici (laddove operarono con loro formazioni) di umanizzare la lotta.

Questo indirizzo comunista - insieme anche all’acutizzarsi e all'indurirsi della lotta una volta messa in moto la spirale azione partigiane rappresaglie - diede luogo talvolta ad estremizzazioni ed anche ad esagerazioni, che danneggiarono il prestigio della resistenza nei confronti della popolazione e della opinione publica in generale. Non ci riferiamo alla tendenza purtroppo diffusa (e d'altra parte difficilmente controllabile e contenibile in un' organizzazione operante su basi di clandestinità), ad abusare nel campo dei prelevamenti di denaro e di generi alimentari e ad approffitarsene personalmente da parte di taluni combattenti. Alludiamo agli eccessi purtroppo verificatisi abbastanza di frequente nel condurre la lotta in modo duro e inflessibile: eccessi consistenti nel ricorrere a forme di rappresaglia come l'incendio di case, nello stillicidio, che si andò facendo sempre più intenso soprattutto a partire dall'autunno 1944, dell'eliminazione di spie o presunte spie e nell'uccisione in qualche caso anche di familiari di fascisti."(58)

 DOMENICA 24 SETTEMBRE 1944

 Le operazioni della guerriglia partigiana seguono una logica spietata e ben programmata. I Killer pronti ad uccidere, al primo ordine partono per le loro "esecuzioni" senza minimamente preoccuparsi delle persone da eliminare:

 "Spesso si trattava di spie e nemici della resistenza additati alla giustizia partigiana anche dalle radio alleate e dagli organi di stampa del movimento; altre volte in appositi bollettini emanati dai superiori comandi gap dopo accurate indagini sulle persone incriminate."(59)

 Di questa forma di terrorismo, che niente aveva da invidiare alle crudeli e spietate rappresaglie naziste si sono serviti gli angloamericani con la collaborazione dei prezzolati sicari del fronte interno. Migliaia furono gli innocenti che pagarono con la vita, falciata in agguati, prelevamenti notturni ed altro, perché inseriti in quegli elenchi, attraverso delazioni, rancori, invidie personali, poi lanciati nell'etere e raccolte dagli spietati esecutori.

 LUNEDI 25 SETTEMBRE 1944

 A Fossoli di Carpi i partigiani "giustiziano" un fascista di quelle contrade; si chiamava:

BALLABENI ELIO.(60)

In una località imprecisata della Provincia di Modena, viene ucciso da elementi partigiani, il milite della RSI, modenese, di ventidue anni:

SGHEDONI LIBERO.(61)

Come doveva essere condotta la lotta partigiana e con quale crudeltà veniva portata avanti è possibile rilevarlo dalla stessa storiografia partigiana che, a distanza di tanti anni mette in luce, ma solamente in minima parte, taluni degli aspetti più bestiali di quella lotta senza quartiere.

 "Si giunse al punto di uccidere, nella 2° zona, 27 spie in tre giorni. Lo riferisce come nota di merito la citata relazione dell'ufficiale di collegamento del 25 Marzo 1945....Per opera sempre del medesimo distaccamento Gap, nello spazio di tre giorni, sono state eliminate 27 spie (uomini e donne) battendo così un primato: ciò è stato dovuto in parte alla presenza sul luogo del vicecomandante della 65° Brigata Omar, inviata colà per fronteggiare la situazione. Quest'ultima frase è una prova del fatto che spesso erano i comandanti stessi che incitavano ad uccidere le spie, come risulta da una lettera del comando Sap della II° zona ai patrioti del 1° Settore, datata 15 febbraio 1945 in arch. ISRM, dep. Borsari, C/6 che, comincia: "E' purtroppo doloroso constatare che il 1° settore è il solo che fino ad oggi, non si sia affermato nell'esplicare quella preziosa attività che consiste nell'eliminazione di spie tanto pericolose per la nostra causa", e prosegue con aspri rimproveri ai patrioti mirandolesi, " i quali non hanno mai saputo dare ai loro concittadini una dimostrazione di forza e di coraggio."(62)

 MARTEDI 26 SETTEMBRE 1944

 All'Ospedale militare di San Geminiano di Modena muore, in seguito a ferite riportate in uno scontro con i partigiani:

STELLA VINCENZO.(63)

Nel carpigiano, a San Martino Secchia, viene ucciso dai partigiani il civile:

MALAGOLI ARMANDO.(64)

A Modena in un’incursione aerea resta ucciso tale Selmi Mario.

 MERCOLEDI 27 SETTEMBRE 1944

 Ancora nella tormentatissima zona del carpigiano, i partigiani "eliminano" due civili fascisti

SOGARI GIUFFRIDA,(65)

padre di cinque figli e:

CORTESI PIO.(66)

Così viene ricordato l'episodio, in una testimonianza rilasciata al quotidiano modenese "La gazzetta di Modena" dai figli del Sogari:

 "....Il 27 Settembre 1944 due sicari bussarono alla porta di casa sua. "Erano da poco passate le 12 - ricorda la figlia Nicola, che allora aveva 20 anni - e io stavo lavorando in cucina quando mi trovai davanti un individuo mascherato da un fazzoletto e da occhiali da sole. La mamma stava arrivando a casa. Io ero in casa con mio fratello Benito, 17 anni, Angela, 2 anni, e Dino, 5 anni." Dov'è tuo padre? chiese l'uomo mascherato.....L'uomo prese la pistola, armeggiò ripetutamente con il caricatore, mostrandolo alla ragazza. Poi dalla finestra notò che Giuffrida Sogari stava rientrando a casa.....Nicola prese il coraggio a due mani, si ribellò e si parò tra i due sicari e suo padre, gridandogli: "Papà ti vogliono uccidere. Il padre la guardò un istante, poi disse: "No guarda che io non ho fatto nulla per essere ucciso".....Spinse Nicola in disparte perchè non fosse colpita dalle pallottole che sarebbero partite dalla pistola. E fuggi dal retro della casa. Gli assassini lo inseguirono, allontanandosi dall'abitazione. Il figlio Benito intanto corse a prendere il fucile del padre cercando di caricarlo. Era pronto a sparare per difendere suo padre. Ma il fucile si inceppò......Dopo un ora nei pressi di casa, i familiari di Sogari notarono un uomo che faceva segno con le braccia, tale Lazzaretti. Accorsero e videro una scena agghiacciante: Giuffrida era riverso a terra, proteso in avanti, in un lago di sangue: "L'avevano colpito alle spalle - ricordano Nicola e Benito - con diversi colpi alla schiena. Era già morto."

Quello stesso giorno due sicari uccisero sempre a Quartirolo Pio Cortesi: lo massacrarono in cantina, dove aveva cercato di rifugiarsi."(66bis)

 In seguito ai numerosi atti di sabotaggio che si erano verificati nella zona contro automezzi tedeschi in transito sulla Via Giardini, nei pressi di Serramazzoni, il Comando tedesco metteva in atto una serie di rappresaglie, facendo incendiare dai militari germanici parecchie case nella frazione di Ligorzano.

In un mitragliamento aereo perdeva la vita il civile Bassani Cesare.

 GIOVEDI 28 SETTEMBRE 1944

A Bellana, in Provincia di Como, in uno scontro con i partigiani di quelle zone, restava ucciso l'Allievo Ufficiale della Scuola di Modena:

LUPI NUNZIO.(67)

A San Possidonio, due fratelli agricoltori di quella zona, vengono prelevati dalle loro abitazioni dai partigiani che li uccideranno entrambi: il primo aveva quarantanove anni ed il secondo quarantacinque:

FERRARI ADORINO,(68)

FERRARI DELMO.(69)

VENERDI 29 SETTEMBRE 1944

 A San Giacomo Roncole, presso Mirandola, un gruppo gappista effettua un attacco ad alcuni militari tedeschi che erano di guardia ad una carretta di munizioni e ne uccide due.

Immediata la rappresaglia tedesca. Ai lati della strada del Canaletto, di fronte all'Opera Piccoli Apostoli di Don Zeno, vengono impiccati sei giovani partigiani che erano detenuti nelle carceri di Mirandola.(70)

Varie imboscate partigiane in tutta la zona della bassa: una colonna ippotrainata tedesca viene attaccata sulla strada Modena-Carpi; a Campogalliano viene attaccata una pattuglia tedesca e sempre nella stessa zona viene attaccato un autocarro tedesco: due militari germanici vengono uccisi ed uno ferito gravemente. Ma:

"Vista la stragrande maggioranza del nemico, infine i partigiani si sganciarono in perfetto ordine senza subire ulteriori perdite."(71)

Tre partigiani vengono fucilati a Modena in Via San Faustino.(72)

 SABATO 30 SETTEMBRE 1944

 A San Possidonio, due militi della Brigata Nera di quel centro vengono uccisi in un agguato partigiano: erano il ventiseienne:

SMERIERI ARTURO,(73)

ed il giovane di ventidue anni:

GUANDALINI MARINO.(74)

A Castelnuovo Rangone resta ucciso tale:

COLOMBI GUIDO.(75)

Nella zona di Carpi restava ucciso:

CAPPELLI IVO.(76)

 Durante il mese di Settembre vennero uccisi, in data non accertata con precisione, i seguenti fascisti:

nella zona di Mirandola:

BOTTONI ALFREDO.(77)

A Freto, il milite della Guardia Nazionale Repubblicana, e interprete presso il Comando della GNR modenese ( La sua salma venne recuperata in quelle campagne il 13 Febbraio 1946):

BERNINI ROBERTO.(78)

A Modena rimaneva ucciso il milite della GNR di Bergamo:

PILATI FRANCESCO.(79)

 NOTE

 1    cfr. F. Borghi: "L'an n'era menga giosta".

2    cfr. elenco caduti Rsi, n.91

3    cfr. ISR Rassegna n. 3 pag 12: il partigiano Iori Athos.

4    Rimasero vittime di quell'incursione: Bartoli Franca, Cavazzuti Giovanni, Righetti Gian Carlo, Zanasi Otello e Zanasi Dante.

5    cfr. elenco caduti RSI inumati al Cimitero di San Cataldo.

6    cfr. lettera del Comune di Vignola del 3.2.1956 prot.407

7    cfr. Arch. Ass. Cad., dove giacciono una serie di domande da parte dei figli, per la pensione del padre.

8    cfr. elenco caduti n.580.

9    ibidem n. 581.

10   dal diario di Suor Imelde Ranucci in : E. Gorrieri, "La Repubblica di Montefiorino". pag. 459

11   cfr. elenco caduti n.134.

12   cfr. G. Silingardi: "I giorni del Fascismo ecc." pag. 207.

13   cfr. I. Vaccari: "Il tempo di decidere".

14   ibidem pag. 300.

15   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 454.

16   ibidem

17   cfr. elenco caduti n. 35

18   cfr. elenco caduti

19   cfr. F. Borghi, op. cit. pag. 306

20   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 652

21   cfr. F. Gorrieri: "La resistenza nella bassa", pag 135 n.7

22   cfr. ISR Rassegna n.3: si trattava di Vandelli Mario.

23   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 462

24   ibidem pag. 463

25   cfr. lettera del Comune di Nonantola del 23.1.1957, prot. 186.

26   cfr. elenco caduti n. 828.

27   cfr. ISR n. 3: si trattava di Abele Miselli e di Edoardo Cavallini.

28   cfr. lettera del Comune di Mirandola del 16.1.1957 prot.126.

29   cfr. elenco caduti n. 329

30   ibidem n. 330

31   ibidem n. 660

32   ibidem n. 499.

33   ibidem non meglio identificato

34   ibidem n. 691

35   ibidem n. 705

36   ibidem n. 96

37   cfr. documenti in Arch. Ass. Cad. RSI

38   cfr. G. Pisanò: "Gli ultimi in grigioverde", pag. 894

39      cfr. Rassegna ISR n. 3; si trattava del partigiano: Artioli Quirino.

40      Cfr. "Martirologio"

40a   cfr. elenco caduti n. 281

41   cfr. Isr, cit.: i fucilati: Brandoli Giuseppe e Silvio Siena.

42   cfr. elenco caduti RSI n. 350

43   cfr. lettera del Comune di Carpi del 30.5.1956 prot 7033.

44   cfr. elenco caduti n. 768.

45   cfr. F. Gorrieri, op. cit. pag. 135 n.7

46   cfr. Gazzetta dell'Emilia del 19 Settembre 1944.

47   cfr. lettera del Comune di Carpi, cit.

48   cfr. I. Vaccari, op. cit. pag. 200.

49   cfr. elenco caduti, n. 504.

50   cfr. ESGC.Mo

51   cfr. lettera del Comune di Carpi cit.

52   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 469. I due partigiani caduti nel combattimento di Sassoguidano furono: Domenico Ghibellini e Gaudenzio Girotti.

53   cfr. S. Prati: "Quando eravamo i ribelli".

54   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 469 n.3

55   ibidem pag. 467.

56   cfr. Ada Tommasi De Michieli: "Armando racconta"

57   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pagg. 471 e 477.

58   cfr. F. Gorrieri,op. cit. pagg. 133, 134, 135

59   cfr. Pacor-Casali: "Lotte sociali ecc." pag. 185.

60   cfr. elenco caduti e lettera del Comune di Carpi, cit.

61   cfr. elenco caduti n. 719

62   cfr. F. Gorrieri, op. cit. pag. 135

63   cfr. elenco suppletivo caduti in Arch. Ass. Cad. RSI

64   cfr. Pacor-Casali, op. cit. pag. 185

65   cfr. lettera del Comune di Carpi, cit.

66   ibidem

66bis cfr. "Gazzetta di Modena" del 2 Gennaio 1993.

67   cfr. G. Pisanò, op. cit. Vol. 3° pag. 1835.

68   cfr. elenco caduti n. 283.

69   ibidem n. 286

70   cfr.ISR. Rassegna n. 3: i caduti: Barbieri Adriano, Nives Baschieri, Giuseppe Campana, Luciano Minelli, Enea Zanoli e Alfeo Martini.

71   cfr. Pacor-Casali, op. cit. pag. 193

72   cfr. ISR Rassegna n. 3: i fucilati: Quirino Bulgarelli, Vittorio Fornasari e Vittorio Orsini.

73   cfr. lettera del Comune di San Possidonio del 31.1.1956 prot. 177.

74   ibidem

75   cfr. ESGC.Mo

76   cfr. lettera del Comune di Carpi, cit.

77   cfr. elenco caduti.

78   ibidem

79   cfr. T. Francesconi: “RSI e guerra civile nella bergamasca”, pag. 209.

 

 

 

 

 

 

Il giovane Bertacca Lamberto ucciso dai partigiani il 15 Settembre a Soliera

 

 

 

 

 

 

 

 

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