Ottobre 1944

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

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Ottobre 1944

DOMENICA 1 OTTOBRE 1944

Due militi della Guardia Nazionale Repubblicana rimangono uccisi a Carpi in un agguato partigiano, si trattava di:

GUALDI SAVERIO(1),

FANTINI BRUNO(2).

A Crevalcore, piccolo centro del bolognese al confine della nostra Provincia, resta ucciso, in un’imboscata partigiana, il Maresciallo dell'artiglieria contraerea, di Ravarino dell'età di quarantotto anni:

CALVI FIORIGIO(3).

 LUNEDI 2 OTTOBRE 1944

 Il reggente del Fascio Repubblicano di Zocca, reduce dalla campagna d'Africa:

SERRA ETTORE ARNALDO(4),

di sessantotto anni, è prelevato da partigiani dalla corriera che faceva servizio tra Zocca e Modena: viene portato in località "il lago" e barbaramente ucciso. La sua salma venne ritrovata a Serra di Samone il 18 Luglio 1946.

A Modena viene fucilato un partigiano.(5)

Ennesimo attacco notturno del famigerato "Pippo"; nella zona di Casinalbo una delle sue bombe centra la casa dove è sfollata la famiglia Iattici, di Modena.

 MARTEDI 3 OTTOBRE 1944

 A Serramazzoni i partigiani uccidono il sessantacinquenne:

VERZONI GIOVANNI(6).

Nella bassa modenese e precisamente a Cavezzo viene brutalmente "eliminato" il concordiese di quarantuno anni:

GRISANTI ERIO.(7)

 MERCOLEDI 4 OTTOBRE 1944

 Nei pressi di Manzolino di Castelfranco si verifica uno scontro armato tra partigiani e militi delle SS italiane comandate dal maggiore Gorga. Nella fitta sparatoria che segue, resta ucciso un partigiano ed un altro rimane ferito(8).

A Modena, presso l'Ospedale Militare di Via San Geminiano, perde la vita il soldato dell'esercito repubblicano, che era stato ferito in un’azione contro partigiani:

BUFFA CARLO(9)

 GIOVEDI 5 OTTOBRE1944

 La lotta armata nel Nord Italia si va facendo sempre più spietata e la guerra civile assume toni sempre più drammatici. A distanza di oltre quarantacinque anni gli odi ed i rancori non sono ancora del tutto sopiti. Il continuo e martellante rituale delle celebrazioni della resistenza ha ricordato attraverso convegni, pubblicazioni, tavole rotonde, alla radio alla televisione, nelle piazze e nelle sale pubbliche, quel tragico periodo in chiave esclusivamente propagandistica e attraverso un antifascismo becero e servizievole di un potere arrogante e ladrone.

I vinti non hanno ancora diritto alla parola. Un curioso episodio, proprio nel momento in cui la macchina della persuasione è in piena attività per le celebrazioni del quarantennale dell'inizio della "resistenza", scopre le strumentalizzazioni con cui, in tutto questo tempo, molti episodi della lotta partigiana e molti efferati eccidi sono stati presentati all'opinione pubblica in una visione quantomeno deformante della realtà

In un paesino della Provincia di Vicenza, Pedescala, frazione del Comune di Valdastico, 260 parenti di 63 persone uccise dai tedeschi, rifiutano, con un gesto clamoroso, la medaglia d'argento al valor partigiano, concessa al loro paese.

Tale onorificenza viene concessa a quel piccolo centro per ricordare l'eccidio compiuto dai tedeschi, cinque giorni dopo la fine della guerra in Italia. Un gruppo di partigiani s’impadronì delle armi abbandonate nella piazza del paese dai tedeschi in ritirata e sparò sui soldati germanici che cercavano la fuga mentre sopraggiungevano gli eserciti angloamericani. Sette di questi soldati vennero uccisi. I tedeschi ritornarono a Pedescala e per rappresaglia uccisero 63 persone innocenti; i partigiani che avevano compiuto l'azione non si fecero nemmeno vedere.

Nella lettera che i 260 parenti delle vittime hanno inviato al Presidente della Repubblica ed al Ministero della Difesa, scrivono che "i veri partigiani non possono riconoscersi in quei pochi che, con il loro atto inconsulto, hanno provocato la tragedia".

Inoltre ricordano che quei morti sono stati strumentalizzati per ottenere una medaglia che premia i responsabili, pur indiretti, dell'eccidio. Precisano inoltre che la locale sezione dell'Anpi (Associazione Nazionale partigiani) allo scopo di ottenere il riconoscimento "ha incluso i nostri morti nel numero dei propri caduti, risultando così combattenti partigiani anche il piccolo Claudio, 4 anni e la nonna Caterina 95 anni."(10)

 VENERDI 6 OTTOBRE 1944

 I violenti attacchi delle truppe angloamericane, che sono ancora alla ricerca del colpo decisivo sul fronte italiano, si infrangono contro la strenua resistenza delle truppe italo-tedesche, ben attestate sul contrafforte appenninico tosco-emiliano.

A Modena in seguito a mitragliamento aereo resta ucciso il civile, Giliberti Severo.

 SABATO 7 OTTOBRE 1944

 A Premana di Como, in un agguato teso dai partigiani di quelle zone ad una pattuglia di militi fascisti della Scuola Allievi Ufficiali di Modena, colà dislocata, restano uccisi, un ufficiale:

BALZARINI FRANCO(11);

e due allievi:

KRIZIAR CARLO;(12)

SERAFINI GOFFREDO.(13).

A Modena in un ulteriore attacco aereo a civili isolati, resta ucciso tale: Levoni Angiolino.

 DOMENICA 8 OTTOBRE 1944

 Nella zona di Carpi, due civili ritenuti fascisti, vengono trucidati in un’imboscata, si trattava di:

COLLIVA LINO(14),

PECCHI GIUSEPPE(15).

 LUNEDI 9 OTTOBRE 1944

 A Modena, lungo la via, viene ucciso in un agguato partigiano, il nativo di San Prospero e Guardia di pubblica sicurezza, di ventidue anni:

VINCENZI DATO(16).

 MARTEDI 10 OTTOBRE 1944

 Il fascista repubblicano di quarantanove anni:

ZARINI ANTONIO(17),

viene ucciso da elementi partigiani, a Soliera.

A Zocca, sempre per mano partigiana, viene trucidato a colpi d’arma da fuoco, il fascista di quarantacinque anni:

LANDI RAFFAELE(18),

era invalido di guerra e sembra sia stato ucciso a Ghiaia di Ciano.

Sempre a causa di un’incursione aerea dei caccia americani resta ucciso il civile, Casarini Vincenzo di Modena.

Un partigiano viene fucilato dai fascisti a Soliera.(19)

 MERCOLEDI 11 OTTOBRE 1944

 In località Cella, frazione del Comune di Polinago, i partigiani tendono un imboscata ad un gruppo di tedeschi ferendone gravemente uno.

Il paesino viene immediatamente occupato dalle truppe germaniche le quali si abbandonano ad una rappresaglia che porta all'incendio di parecchie case.(20)

 GIOVEDI 12 OTTOBRE 1944

 A Manno, frazione di Toano, al confine tra le Provincie di Modena e Reggio Emilia, un gruppo di partigiani sassolesi viene scoperto da reparti tedeschi e fascisti. Alcuni partigiani cadono nella breve scaramuccia che segue lo scontro, gli altri vengono catturati e trasportati a Villa Gherardini; verranno impiccati.(21)

In Comune di Modena, frazione San Matteo viene fucilato un partigiano.(22) Sempre in Comune di Modena, in seguito a mitragliamento aereo anglo-americano, rimangono vittime i civili Tacconi Franca e Turrini Augusta.

Azione partigiana della 65° Brigata Gap, riportata nella storiografia partigiana, che citiamo integralmente:

 "Nella notte il Gap 26 (6 uomini) usciva di scorta alle SAP locali che avrebbero dovuto giustiziare la famiglia Rovatti, il Maresciallo della GNR e un altra spia di cui non è fatto il nome(...) Già impossessati del Maresciallo Borellini, della spia anonima e di un componente della famiglia Rovatti, anziché agire come dovere, si abbandonano ad atti di espropriazione e prelevamenti. Riprovati per tale comportamento, si indugiavano a criticare i Gapisti in presenza dei traditori, che (somma stupidità ) in seguito rilasciavano.(23)

 Esemplare il modo di condurre la guerriglia dei partigiani rossi!

 VENERDI 13 OTTOBRE 1944

 Le zone della bassa modenese, a nord e ad ovest, sono continuamente battute dalle bande partigiane; le espropriazioni di beni di consumo, prelevamenti di oggetti di valore dalle case di fascisti o dei presunti tali, sono frequentissime; gli agguati e le imboscate che provocano numerosissime vittime e, a volte, ma non sempre, rabbiose ritorsioni, non si contano più. Rimane indenne da questa forma di violenza quotidiana la zona della bassa modenese est, che comprende i Comuni di Finale Emilia, Massa Finalese, San Felice sul Panaro e Camposanto.

A Castelvecchio di Prignano viene fucilato un partigiano(24)

A Novi di Modena viene ucciso tale:

LOSI LUIGI(24BIS)

 SABATO 14 OTTOBRE 1944

 Nella zona di Novi di Modena rimangono uccisi i civili:

SALA GIOVANNI(25),

BECCHI EBE(26)

A Concordia viene ucciso il Tenente di P.S. del 3° battaglione di Polizia:

FEDE ANTONINO(27).

A Zocca resta ucciso il civile di ventotto anni:

ROSSI GIUSEPPE(28).

 DOMENICA 15 OTTOBRE 1944

 Ancora a Novi di Modena viene ucciso:

SCHIAVI DAMIZIO(29);

mentre a Concordia viene ucciso il maresciallo di Polizia, del quale si conosce solo il cognome:

NOTARO(30).

A Modena, in un’imboscata partigiana, vengono uccisi due giovani militi della GNR, il nativo di Cavezzo, di ventidue anni:

POZZETTI AZELIO(31) e,

VERDE ANELLO(32).

 LUNEDI 16 OTTOBRE 1944

 Nella zona di Formigine, in seguito ad alcune azioni partigiane, tra le quali l'asportazione di otto quintali di sigarette dallo stabilimento ISMA di Sassuolo, sede della Manifattura Tabacchi colà trasferitasi dal capoluogo in seguito ai bombardamenti aerei, viene attuato un ampio rastrellamento da parte di alcuni reparti tedeschi. Molti saranno gli uomini arrestati e condotti al Comando di Sassuolo.

Ma i pochi partigiani catturati, riusciranno a fuggire.(33)

 MARTEDI 17 OTTOBRE 1944

 In Comune di Monfestino, viene ucciso in un agguato, il milite di trenta anni della GNR, nativo di Sassuolo:

BETTUZZI ARTURO.(34)

MERCOLEDI 18 OTTOBRE 1944

 L'eroico comportamento di un milite della Repubblica Sociale Italiana, probabilmente il nominativo del caduto segnato nel giorno precedente, viene involontariamente sottolineato dalla storiografia partigiana. Riportiamo questo episodio raccontato dalla parte resistenziale senza avere la controprova della parte fascista.

Si racconta dunque, che un gruppo di partigiani travestiti da militi della Wermacht e coadiuvati da alcuni tedeschi fatti prigionieri, cercò, di trarre in inganno il presidio della GNR in località Noce di Montagnana, facendosi ospitare all'ora di cena, con la scusante che il loro automezzo si era rotto, chiedendo così aiuto a quel presidio:

"Tutto si svolse bene, salvo che nella notte, quando i tedeschi e i republichini erano andati a dormire, il Bazzani (dorando) tentò di far prigioniera la sentinella senza fare rumore, fece entrare da una cantina un gruppo di partigiani ai quali aveva fatto togliere le scarpe e lentamente salirono le scale per raggiungere il pianerottolo dove era la sentinella. Questa però, forse insospettita, non si arrese, non volle scendere all'invito del Bazzani che chiedeva dove era l'acqua da bere, per cui all'avvicinarsi dei partigiani aperse il fuoco.

I partigiani uccisero la sentinella, spararono nelle stanze dove erano i repubblichini ma poi dovettero andarsene subito poichè sulla strada "Giardini" transitavano continuamente delle colonne di truppe tedesche."(35)

 GIOVEDI 19 OTTOBRE 1944

 Tre partigiani vengono fucilati da pattuglie tedesche e fasciste a San Donnino.(36)

 VENERDI 20 OTTOBRE 1944

 Ancora azioni di pattuglie partigiane nei confronti di fascisti isolati o di piccoli gruppi. In questo giorno due tentativi di imboscata in Comune di Modena non sortiscono alcun effetto, ma i fascisti diventano sempre più tesi ed in questi giorni si verificheranno una serie di ritorsioni con la fucilazione di alcuni partigiani.

SABATO 21 OTTOBRE 1944

 Alla periferia di Modena, e precisamente ai Mulini Nuovi, viene fucilato un giovane partigiano.(37)

 DOMENICA 22 OTTOBRE

 Nonostante l'attacco anglo-americano continui la sua pressione contro le difese tedesche sulla linea gotica, la situazione delle formazioni partigiane sul nostro Appennino, dopo la serie di azioni di rastrellamento degli ultimi giorni, comincia a farsi precaria.

Lo sbandamento delle formazioni di "Armando" che hanno passato le linee tedesche per rifugiarsi al di là del fronte è, senza alcun dubbio, un fatto che ha contribuito a creare un certo tipo di psicosi in molti reparti partigiani, che attueranno lo stesso comportamento.

Altre cause da prendere in considerazione sono: l'avanzarsi dell'autunno e la stabile presa di posizione di molti reparti tedeschi in parecchie zone del nostro Appennino.

Furono, dunque, non pochi gli sbandamenti nei reparti partigiani e le fughe dai reparti, i ritorni a casa a nascondersi e, in tanti casi, anche l'avvicinamento e l'arruolamento nei reparti fascisti, in questa fine di una stagione che, dopo molte illusioni, aveva deluso le speranze di coloro che nell'estate si erano avvicinati, anche senza precise connotazioni ideologiche, al movimento partigiano nella convinzione che il passaggio del fronte , anche nelle nostre zone, sarebbe stato sicuramente rapido e veloce.(38)

 LUNEDI 23 OTTOBRE 1944

 A Ravarino resta ucciso tale:

PELLONI BRUNO(39);

mentre nella storiografia partigiana(40) si descrive l'uccisione di un certo Rosatti, sempre di Ravarino, da parte della squadra volante della 65° brigata; ma questa notizia non trova riscontro nelle memorie e negli archivi di parte fascista.

 MARTEDI 24 OTTOBRE

 Fallisce un tentativo di assalto ad un deposito tedesco nei pressi di Soliera. I partigiani:

"ripiegano solo dopo un nutrito scambio di fucileria e raffiche di mitra con il presidio nemico di guardia alla polveriera, che si ritiene abbia avuto tre morti (un tedesco all'interno e due sull' autocarro attaccante). L'indomani i nazifascisti si vendicarono impiccando in località Secchia, due cittadini, Triestino Franciosi e Ivo Vecchi "Nando" commissario delle formazioni del Secchia".(41)

 Un altro partigiano veniva fucilato dalle Brigate Nere, in località imprecisata.(42)

Mentre per un attacco aereo angloamericano, perde la vita il civile Gennari Giuseppe.

 MERCOLEDI 25 OTTOBRE 1944

 Ennesimo agguato partigiano a fascisti nella zona di Carpi; viene assassinato il milite della G.N.R. di trentasei anni:

BERNINI GINO;(43)

a distanza di nemmeno un mese verrà ucciso anche il fratello Ermes.

 A Bellana di Como resta ucciso l'allievo ufficiale della Scuola di Modena:

SURIANI SERGIO.(44)

 GIOVEDI 26 OTTOBRE 1944

 A Modena, al curvone di San Cataldo, viene fucilato da una pattuglia di tedeschi e fascisti, il giovane di diciannove anni, Alessandro Cabassi(45). Era il capo dei giovani comunisti della Provincia di Modena. Disse  ai militi che lo scortavano per portarlo sul luogo dell'esecuzione:" Lo so che mi uccidete, ma vi perdono perché siete italiani anche voi". Al momento della fucilazione, gli italiani si rifiutarono di sparare. Venne ucciso dall'ufficiale tedesco, che comandava il gruppo.(45)

 VENERDI 27 OTTOBRE 1944

 Partigiani del raggruppamento Sap di "Nansen", attaccano a Novi di Modena la "Villa delle Rose" dove era insediato un distaccamento fascista; dopo una breve sparatoria, che non provocò nè vittime né feriti, gli attaccanti si ritirarono(47)

Molti dei reparti partigiani della montagna, sbandati e senza l'adeguato equipaggiamento per affrontare la stagione invernale, con il morale in ribasso ed in considerazione del fatto che il preventivato sfondamento angloamericano non si sarebbe effettuato, ed in seguito ad una serie di smacchi subiti negli ultimi scontri con le truppe tedesche e fasciste, si rifugiano, come abbiamo già visto, oltre la linea gotica.

Inoltre, gli stessi capi partigiani, vista la situazione, prendono in considerazione la possibilità di "requisire" oggetti di vestiario alla popolazione.(48) Ovviamente, per la storiografia partigiana, queste azioni quando vengono commesse dai "ribelli" sono sempre giuste e corrette e coloro che ebbero la casa svaligiata da queste forme di autosovvenzionamento non ebbero la possibilità né di lamentarsi presso le autorità costituite né, a guerra ultimata, se non nei pochi casi  di chi poteva avere particolari protezioni, chiedere il rimborso dei danni subiti.

In una lettera, inviata dal partigiano "Poldo" al commissario "Davide" si fa’ riferimento ad un’azione effettuata a Montese che diede risultato favorevole nell’approvvigionamento" di, indumenti di vestiario e di grossi commestibili, azione effettuata su indicazione del partigiano "Mario"; furono inoltre prelevate anche diverse persone.(49)

 SABATO 28 OTTOBRE 1944

A San Possidonio viene ucciso il fascista, quarantenne:

TOMASINI RENZO;(50)

nativo di Cavezzo era camicia nera scelta della GNR e di professione faceva lo spazzino comunale.

 DOMENICA 29 OTTOBRE 1944

 Un fascista catturato dai partigiani nelle zone del carpigiano, da componenti dei gruppi comandati dal partigiano "Nansen", riesce a fuggire ed a ritornare ai propri reparti. Venuti così a conoscenza della dislocazione di queste formazioni di "ribelli", reparti della Brigata Nera attuano nella zona tra Budrione di Carpi e Fossoli, un vasto rastrellamento che permette la cattura di parecchi partigiani; cinque di questi verranno fucilati a Carpi da un reparto tedesco.(51)

 LUNEDI 30 OTTOBRE 1944

 Nonostante la promulgazione, da parte del Governo della RSI, di un provvedimento di amnistia per gli sbandati e per i ribelli, tendente a rappacificare gli animi ed evitare ulteriori lutti tra fratelli, o appunto proprio in seguito a questo tentativo di parte repubblicana, i gruppi comunisti più determinati a condurre la lotta partigiana sui binari della cattiveria e dei massacri, intensificano le uccisioni di fascisti isolati e di conseguenza aumentano in progressione allucinante gli agguati e le imboscate, sia a tedeschi che a fascisti.

A San Possidonio viene brutalmente assassinato il tenente della G.N.R.:

PICCININI LUIGI(52).

Nella zona di Montese due coniugi vengono prelevati dalla loro abitazione ed uccisi dopo sevizie, in quanto ritenuti dei fascisti: si trattava della cinquantaseienne,

CASELLANI LUIGIA IN BARATTINI(53),

e del marito di cinquantasette anni:

BARATTINI EZIO(54).

Sempre in quelle zone vennero uccisi:

DI LORENZO ANGELO(55),

aveva trentuno anni; oltre al giovane di ventisei anni:

FULGERI ENZO(56).

A Serramazzoni restavano uccisi dalla violenza omicida: il giovane di ventiquattro anni:

TORELLI BRUNO;(57)

ed il sessantatreenne:

BELLONI PIETRO((58).

 MARTEDI 31 OTTOBRE 1944

 A San Marino di Carpi viene fucilato da una pattuglia fascista,  un partigiano:(59) Mentre a Spilamberto viene ucciso, da elementi presumibilmente partigiani, il fascista o presunto tale:

FATICANTI ANSELMO.(60)

A Concordia resta ucciso un Tenente appartenente al III° Batt. Italiano di Polizia, di cui non si conosce il nome:

COLUCCI (61)

NOTE

1    cfr. lettera del Comune di Carpi all'Ass. Naz. Cad. RSI, del 30/5/56, prot. 7033.

2   cfr. ESGC.pi

3   cfr. elenco caduti RSI n.170 in Arch. Ass. Cad.

4   ibidem n. 713

5   cfr. ISR Rassegna n:3: Il partigiano fucilato: Rosselli Antonio.

6   cfr.ESGC.Mo e lettera del Comune di Serramazzoni all'Ass. Cad. del 7 Marzo 1956 prot. 474.

7   cfr. lettera del Comune di Cavezzo del 7 Gennaio 1956 prot. 55.

8   cfr. ISR Rassegna n. 6 pag. 33

9   cfr. elenco cad. RSI n.154.

10  cfr. notizia apparsa sul "Resto del Carlino" del 8 Ottobre 1983 con il titolo: "Rifiutano la medaglia concessa al valor partigiano"

11  cfr. Elenco caduti delle scuole Allievi Ufficiali della GNR in: G. Pisanò: "Gli ultimi in grigioverde" pag. 1835.

12  ibidem

13  ibidem

14  cfr. lettera del Comune di Carpi del 30/5/56 prot. 7033

15  ibidem - "Martirologio" colloca al 9/8/44

16.  cfr. Elenco dei Caduti RSI, inumati nel cimitero di San Cataldo a Modena.

17  cfr. Elenco caduti n. 808.

18  cfr. lettera del Comune di Zocca del 28/1/1956 prot. 231

19  cfr. ISR Rassegna n. 3 ; si trattava di: Franciosi Triestino

20  cfr. G. Silingardi: "I giorni del Fascismo e dell'antifascismo" pag. 213.

21  cfr. ISR Rassegna n. 6 (1965) pag. 62 : i caduti partigiani: Cervi Luigi, Fantuzzi Nino, Gandini Walter, Gambarelli Enrico, Galli Clodoveo, Pagliani Abete, Roversi Vittorio, Spezzani Franco, Veroni Mario, Valla Vincenzo e Zironi Walter.

22  cfr. ISR Rassegna n. 3 si trattava di Vezzelli Fernando.

23  cfr. F. Gorrieri: "La Resistenza nella bassa modenese" pag. 136 n. 8

24  cfr. ISR Rassegna n.3: tale Matassini Arnaldo.

24bis  cfr. Fantozzi: "Vittime dell'odio" pag.160

25  cfr. ESGC.Pi

26  ibidem

27  ibidem

28  cfr. ESGC.Mo.

29  cfr. ESGC.Pi

30  cfr. Elenco caduti RSI

31  cfr. Elenco caduti inumati nel sacrario-ossario della RSI di San Cataldo.

32  cfr. licenza di seppellimento del Comune di Modena n. 1406 anno 1944: in Arch. Cad. RSI.

33  cfr. Giacobazzi Mario: "Quelli che non si arresero - vicende della resistenza formiginese" pag. 79

34  cfr. Elenco caduti RSI n. 106.

35  cfr. U. Ferri in: "Alcune azioni del battaglione Anderlini", in ISR Rassegna n.1, pag. 52

36  i tre partigiani fucilati a San Donnino: Vientardi Alcide, Aniceto Francia e Aldo Termanini.

37  cfr. ISR Rassegna n.3 : Sergio Meschiari.

38  cfr. E. Gorrieri : " La repubblica di Montefiorino" pag. 483.

39  cfr. ESGGC.Pi

40  cfr. F. Gorrieri op. cit. pag. 136n.8

41  cfr. Pacor-Casali: "Lotte sociali e guerriglia in pianura" pag. 194.

42  cfr. ISR Rassegna n.3: si trattava di certo Ermanno Federzoni.

43  cfr. Lettera del Comune di Carpi, cit.; e in elenco caduti RSI

44  cfr. Elenco scuole GNR in G. Pisanò op. cit. pag. 1835

45  cfr. Rassegna ISR n.3

46  cfr. G. Silingardi op. cit. pag. 214.

47  cfr. M. Campana: "Assalti e battaglie delle formazioni Sap".

48  cfr. E. Gorrieri : op. cit. pag. 483

49  cfr. ibidem

50  cfr., elenco caduti RSI n.757

51  cfr. M. Campana op. cit. pag. 62-64

52  cfr. lettera del Comune di San Possidonio del 31/1/1956 prot. 177

53  cfr. Elenco caduti RSI n. 162

54  ibidem n. 65

55  Cfr. in G. Pisanò op. cit. pag 893 vol. 2°

56  cfr. ESGC.Mo

57  ibidem

58  ibidem

59  cfr. ISR Rassegna n. 3: si trattava di Bruno Manicardi.

60  cfr. lettera del Comune di Guiglia del 27 Gennaio 1956 prot. 316.

61 cfr. " Martirologio" pag. 111

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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